"Basta Sud, ci trascina nell'abisso", ha ripetuto sabato, a mo' di spot
elettorale, Luca Zaia, governatore leghista del Veneto. Ammiccamenti
allo zoccolo duro dell'elettorato che fu di Bossi e oggi è di Maroni.
Slogan collaudati, contro chi, nelle regioni meridionali, "non produce,
non paga le tasse, non ha voglia di lavorare e vive di
assistenzialismo".
Inutili le repliche a quei luoghi comuni che hanno presa facile su un
certo elettorato al Nord, quando non c'è con chi fisicamente prendersela
(oltre le banche, la finanza, i "poteri forti") per la crisi e i
sacrifici economici da sopportare. Erano quattro gatti, pochi amici al
bar e al ristorante, come il famoso "Il Carroccio" a Dalmine in
provincia di Bergamo. Parlavano di radici del Nord, storia, identità,
prima che di politica. Sono diventati la Lega nord, unendo movimenti
diversi (primo fra tutti la Liga veneta, che li aveva preceduti tutti),
trasformandosi poi in partito di governo e di potere nelle regioni
settentrionali.
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