sabato 29 novembre 2014

Ora la Lega punta al Sud e chiama gli ex Mpa

Assoldato anche il recordman di voti Pisacane


Gigi Di Fiore

Niente ampolle con l’acqua del Po, niente Alberto da Giussano o convocazioni a raccolta per il raduno di Pontida. Da Roma in giù, l’annunciata espansione della Lega nord dovrà fare a meno di tutto l’armamentario ideologico-folkloristico del parito creato da Umberto Bossi. Un disegno espansionistico, rafforzato da 58.041 voti raccolti alle Europee nelle circoscrizioni del Sud. Un risultato senza precedenti.

“A maggio, concludemmo un accordo elettorale con la Lega, in vista delle Europee – spiega Gianfranco Vestuto, fondatore nel 1995 della Lega sud-Ausonia – Nasceva da una stessa visione sui danni dell’euro e sul Parlamento europeo.  Ma quando il discorso si sposta sul territorio, le cose cambiano.  E così abbiamo preso le distanze da qualsiasi disegno della Lega nord al Sud.”

Vestuto, 54 anni, inizi politici giovanili nel Msi, fu il primo esponente nelle istituzioni (il consiglio circoscrizionale di Fuorigrotta) della Lega nord nel Mezzogiorno.  La sua Lega sud-Ausonia, che conta tra i simpatizzanti anche la principessa Kathrin Von Hohenstaufen erede di Federico II di Svevia, han nel simbolo anche lo stemma delle Due Sicilie e della Trinacria.  Alle Europee si è candidato nella lista della Lega nord, con altri 2 iscritti alla Lega sud.  Ora prende le distanze, anche se dalla sede del Carroccio continuano a fargli la corte.

Per continuare a leggere l'articolo di Gigi Di Fiore pubblicato il 26 novembre 2014 su "Il Mattino", ingrandire la foto che segue.



venerdì 21 novembre 2014

Quel mito di Garibaldi ipotecato dalle 'ndrine

Gigi Di Fiore

Sembravano retaggi folkloristici del passato: giuramenti, patti di sangue, richiami al mito massonico, cerimonie formali per sancire l’ingresso di un nuovo affiliato in un’organizzazione mafiosa. Invece, l’inchiesta milanese pesca un video, che documenta un rito d’affiliazione nel locale di ‘ndrangheta di Fino Mornasco in provincia di Como. Profondo nord, alle porte della Svizzera. Le mafie senza più confini da tempo, non più esclusiva del Sud, ma estese alle regioni settentrionali, accolte da imprenditori senza scrupoli, colletti bianchi in cerca di scorciatoie, professionisti da parcelle d’oro.


Per continuare a leggere l'articolo di Gigi Di Fiore, pubblicato a pagina 11 de "Il Mattino" del 19 novembre 2014, fare clic sulla foto qui sotto e ingrandire.




domenica 16 novembre 2014

Lino Patruno: Ma l’imbroglio non sono solo i fondi europei

Lino Patruno

Roba da illusionisti. Quelli che ti fanno sparire le cose sotto gli occhi: così con i fondi europei. E non solo per quei tre miliardi che si scopre essere stati scippati al Sud per finanziare gli sgravi ai neoassunti. Il Sud che ancòra una volta assiste il Nord tanto quanto è accusato di essere assistito. Perché quelle assunzioni saranno fatte (se saranno fatte) soprattutto al Nord. Ma come, ma no, cosa dite?
 Al Sud la percentuale di industrializzazione è stata nel 2013 di 37,4 addetti ogni mille abitanti, al Centro Nord di 93,9. Quindi se le industrie sono soprattutto lì, lì assumeranno, non essendo stato inventato il sistema per assumere dove non c’è chi assuma. Obiezione: se non avete industrie è anche colpa vostra, visto quanti soldi vi abbiamo dato. La solita storia dei quanti soldi vi abbiamo dato, sembra Salvini prima che si convertisse da (presunto) meridionalista, lui che fino a poco fa diceva che i napoletani puzzano.

Questi soldi sarebbero gli incentivi, anzi sono. Sempre contestati dal Sud più intelligente, il quale preferisce i treni (per tutti) agli incentivi (per alcuni), come questo giornale  (n.d.r.: quest'articolo è stato pubblicato su "La Gazzetta del Mezzogiorno" il 7 novembre 2014) va predicando da tempo. Ma tant’è. Il fatto è che anche gli incentivi un illusionista ce li ha fatti sparire sotto gli occhi. Confronto fra il periodo 2007-2009 e il periodo 2010-2012: media annuale delle agevolazioni alle imprese meridionali passata da 2,6 a 1,2 miliardi, diminuzione 52 per cento. Media annuale delle agevolazioni al Centro Nord, da 3 miliardi a 2,8, diminuzione 5,2 per cento.

Il Sud assiste il Nord, capitolo secondo. Anzitutto perché scopri che già prima del taglio gli incentivi andavano più a chi sta meglio che a chi sta peggio. Poi, visto che il delitto era stato commesso, tanto valeva farlo perfetto. Piccolo particolare: gli incentivi alle aziende del Nord sono pagati anche con le tasse del Sud. Quindi grazie al governo che ne avrebbe a cuore le sorti, il Sud finanzia il divario a suo danno e a favore del Nord. Se il medesimo governo non voleva più gli incentivi, non li tagliava solo al suo prediletto Sud. Elementare, Watson.

 Ma i fondi europei? Ah, ecco. Anzitutto il taglio del 50 per cento del cofinanziamento statale. E solo al Sud, non al Nord. Quando si fanno i progetti (strade, ospedali, ferrovie), l’Europa finanzia solo la metà, il resto devono metterlo Stato, Regioni e privati. Se lo Stato dimezza il suo apporto, è come dire che le Regioni da sole non ce la faranno a usare i fondi. Tranne poi accusarle di non saperli usare. Anzi vi togliamo parte del cofinanziamento proprio perché non sapete usarli, così imparate. Ma insomma, non sappiamo usarli o non possiamo usarli? Più che roba da illusionisti, un giochino da bambini scemi.

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sabato 8 novembre 2014

Chinchino Compagna, la Rai e Alianello quando non c'erano i neoborbonici

Gigi Di Fiore

Non fu agevole la trasmissione in Rai dello sceneggiato "L'eredità della priora". Sette puntate, addirittura sul primo canale, di un lavoro con la regia del noto Anton Giulio Majano. Un'autorità televisiva di allora. Musiche, diventate di cult, di Eugenio Bennato e Carlo D'Angiò, ispirazione al romanzo scritto da Carlo Alianello in prima edizione nel 1963.

Il tema, certo, non era di facile digestione nell'Italia di allora: il brigantaggio, una vicenda familiare inserita nei giorni della marcia di Carmine Crocco verso Potenza. Alianello, padre militare italiano e nonno militare borbonico, aveva iniziato 40 anni prima una rilettura senza pregiudizi sulla caduta del regno delle Due Sicilie. Lo avevano ispirato i racconti di famiglia ed era poi andato avanti con ricerche e documenti.

Alianello, scrittore lucano di Tito, cattolico, autore di decine di libri e consulente storico persino di Luchino Visconti, emarginato dal mondo letterario per tante sue idee. Il suo romanzo "L'Alfiere", pubblicato nel 1942, fu messo al bando dal fascismo, che lo ritenne troppo disfattista in mesi di guerra: raccontava le vicende di vinti, i militari borbonici che non avevano voluto arrendersi o passare con Garibaldi. Discorsi non facili da far passare, anche 34 anni fa.

Gigi Di Fiore
I neoborbonici non erano ancora nati, Riccardo Pazzaglia pensò a quella provocazione tredici anni dopo. Ma lo sceneggiato di Rai uno suscitò subito reazioni indignate. Fu la cultura liberale, di ispirazione crociana, a infastidirsi di più. E ne fu espressione Francesco (Chinchino) Compagna, allievo di Croce, già giornalista di Nord e Sud e del Mondo di Pannunzio, repubblicano e ministro della Repubblica.

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martedì 4 novembre 2014

La Basilicata sottomessa al petrolio


Pietro Dommarco
Con lo "Sblocca Italia il futuro della Basilicata si sta legando sempre più all'estrazione di petrolio. In progetto nuovi pozzi da perforare, soprattutto da parte di Eni, per incrementare la produzione di circa il 50%. L’impatto delle attività estrattive è pesante sull'agricoltura, ma anche sugli aspetti sociali e sanitari. Inoltre, dal 2000 manca una seria indagine epidemiologica. Il futuro della Basilicata è sempre più legato allo sfruttamento della risorsa petrolio. Infatti, dopo gli incontri dei mesi scorsi tra il ministro allo Sviluppo economico, Federica Guidi, e il presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella, secondo alcune fonti locali sarebbe imminente un nuovo appuntamento. 


L’obiettivo – di “interesse strategico” secondo la Strategia energetica nazionale e il decreto “Sblocca Italia” – sarebbe quello di accelerare sull'aumento della produzione: dagli 85-88 mila barili al giorno attuali si passerebbe ai 104 mila previsti dall'accordo Eni-Regione Basilicata del 1998, per poi spingersi verso la soglia dei 129 mila barili estratti ogni giorno dalla sola Val d’Agri, come auspicato dalla società di San Donato Milanese nel “Local Report 2012”.

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