martedì 11 marzo 2014

Storie, controstorie e false verità sul Risorgimento: da Fenestrelle all'eccidio di Pontelandolfo

Presentazione del libro di Gigi Di Fiore
"1861.Pontelandolfo e Casalduni: Un
massacro nascoso"
Hotel "Gli Dei" Pozzuoli,
15 marzo 2014, ore 18,30
di Gigi Di Fiore

Negli ultimi tempi si assiste ad uno strano fenomeno, che sembra rovesciare la categoria del cosiddetto revisionismo. E' il revisionismo del revisionismo, fenomeno tutto italiano e tutto concentrato sul nostro Risorgimento. Accademici, ricercatori, cultori di storia si affannano a smentire, e rivedere documenti e ricerche che hanno riletto vicende oscure e per anni rimosse. Vicende che riguardano, guarda caso, l'annessione del Mezzogiorno al resto dell'Italia.

Ha cominciato, tra i primi, il professore di storia medievale Alessandro Barbero. Dopo decenni di inerzia, spinto da pubblicazioni di "storici non patentati" (come lui li definisce), ha speso molte energie, limitandosi a ricerche vicino casa sua (leggi Archivio di Stato di Torino), per ridimensionare il fenomeno dei prigionieri napoletani, catturati dall'esercito piemontese e spediti al Nord in prigioni come Fenestrelle.

Obiettivo della ricerca era smentire l'esistenza di un fenomeno vasto (eppure documenti ufficiali parlano di 8mila meridionali trasferiti al nord come prigionieri di guerra), con decine di morti nelle strutture di detenzione. L'obiettivo era fare scalpore, probabilmente vendere un libro, ripetere che solo gli storici di professione possono occuparsi di certe cose e che tutto era stato già detto e scritto nei termini accettati da anni dall'accademia ufficiale.

Per continuare a leggere l'articolo, vai al blog di Gigi Di Fiore su "Il Mattino" online facendo clic su questo link.

venerdì 7 marzo 2014

A proposito delle polemiche sugli squilibri Nord e Sud: Gramsci, Nitti e altre storie

Gigi Di Fiore

Negli ultimi giorni, ho letto tanti interventi, rinnovate polemiche sullo squilibrio economico tra Nord e Sud. C'è chi dice: tutta colpa dei meridionali, che sanno solo piangersi addosso e si danno classi dirigenti non all'altezza da sempre.

Le repliche: no, lo squilibrio si è accentuato nel tempo per scelte di politica economica, a partire dai primi vent'anni dell'unità d'Italia, che hanno favorito le regioni settentrionali. E ancora: il Sud è stato sempre considerato terra di consumo, di tassazione, di interventi residuali.

Mentre impazzano questi scritti sui giornali, arriva la notizia che la Corte dei conti, numeri alla mano, ha scoperto che da noi si pagano molte più imposte che nelle altre regioni italiane. E che tutto nasce da una discutibile interpretazione di federalismo. Insomma, è ormai chiaro che il famigerato squilibrio in tempi di crisi e la scomoda questione meridionale siano il vero nodo del possibile sviluppo dell'intero Paese.