martedì 4 novembre 2014

La Basilicata sottomessa al petrolio


Pietro Dommarco
Con lo "Sblocca Italia il futuro della Basilicata si sta legando sempre più all'estrazione di petrolio. In progetto nuovi pozzi da perforare, soprattutto da parte di Eni, per incrementare la produzione di circa il 50%. L’impatto delle attività estrattive è pesante sull'agricoltura, ma anche sugli aspetti sociali e sanitari. Inoltre, dal 2000 manca una seria indagine epidemiologica. Il futuro della Basilicata è sempre più legato allo sfruttamento della risorsa petrolio. Infatti, dopo gli incontri dei mesi scorsi tra il ministro allo Sviluppo economico, Federica Guidi, e il presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella, secondo alcune fonti locali sarebbe imminente un nuovo appuntamento. 


L’obiettivo – di “interesse strategico” secondo la Strategia energetica nazionale e il decreto “Sblocca Italia” – sarebbe quello di accelerare sull'aumento della produzione: dagli 85-88 mila barili al giorno attuali si passerebbe ai 104 mila previsti dall'accordo Eni-Regione Basilicata del 1998, per poi spingersi verso la soglia dei 129 mila barili estratti ogni giorno dalla sola Val d’Agri, come auspicato dalla società di San Donato Milanese nel “Local Report 2012”.

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