sabato 4 ottobre 2014

Stefano Lo Passo: Ogni lucano paga all'Italia 4 milioni di euro all'anno in oro nero

In tempi di lega e crisi lo scenario nel Mezzogiorno d’Italia appare quanto mai oscuro. I dati Svimez evidenziano il rischio estinzione dell’industria (-15,8%), l’agricoltura arretra di cinque punti percentuali e la disoccupazione sfiora il 24%, in pochi anni si rischia di grattare il fondo. Per tutta risposta lo stato Italiano continua a spostare le risorse destinate al Sud al centro Nord ed a ripartire in maniera squilibrata i fondi nazionali (vedi i fondi FAS ed i fondi CIPE) tra la quasi totale indifferenza della classe politica eletta nei collegi elettorali del Mezzogiorno. Gli uomini posti ai vertici istituzionali del Sud dimostrano sempre più di esser asserviti a poteri a cui poco o niente interessa delle sorti del Sud.

A riprova che la causa di tale disastro sia la politica nazionale sfavorevole al meridione c’è l’evidenza che alcuna regione del Sud fa eccezione e la classifica in base alla ricchezza stillata da Eurostat [2], delimita un quadro ben preciso rappresentativo della spaccatura interna al paese che non si sarebbe mai potuta avere se non con una precisa volontà discriminatoria, ormai cronica e indicativa dell’intramontabilità di taluni poteri durante la storia patria; basti pensare come in soli vent'anni sia stata livellata l’economia della Germania dell’Est a quella dell’Ovest e come invece in 150 anni sia stato affossato l’apparato finanziario, industriale e bancario del Meridione d’Italia.

Tuttavia, se la volontà politica ha voluto premiare il settentrione su tutti i livelli di sviluppo, il meridione ha senz'altro avuto in dono incredibili risorse naturali che se tramutate in denaro, e riutilizzate sul territorio, potrebbero capovolgere l’attuale situazione Italiana.

La Basilicata è lo scrigno del Mezzogiorno e non solo; nel sottosuolo del Parco Nazionale della Val d’Agri vi è il più grande giacimento petrolifero dell’Europa continentale (sesto nel mondo) in cui sono stimati esser contenuti 465 milioni di barili di petrolio di ottima qualità. Da circa quindici anni è iniziata l’estrazione ad opera di Eni\Agip e Total con 47 pozzi aperti  che estraggono ogni giorno 92.900 barili, quasi il 9% dell’intero fabbisogno Nazionale [3]. Considerando che l’attuale prezzo al barile è di 90$, la Basilicata “versa” alle casse dello stato Italiano ed in quelle degli azionisti privati circa tre Miliardi e mezzo di dollari l’anno, ovvero circa due miliardi e mezzo di euro ai quali va tolto il 7% di royalties destinati alle comunità locali (nel 1958 Enrico Mattei considerava ‘un insulto’ il 15 % che le Sette Sorelle versavano ai Paesi produttori e parlava di reminiscenze imperialistiche e colonialistiche della politica energetica).

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