lunedì 22 settembre 2014

Gennaro De Crescenzo: La Scozia, Il Mattino e i partiti per il Sud…

Gennaro De Crescenzo
presidente del Movimento Neoborbonico

Sul Mattino del 20/9/14 alcuni articoli interessanti e significativi per il dibattito in corso a proposito del Sud e delle recenti elezioni scozzesi.  Secondo Isaia Sales, a proposito delle questioni meridionali, “si insiste sulle responsabilità soggettive delle popolazioni e delle classi dirigenti fino a far coincidere il divario economico e civile con un problema di mentalità”: questo esprimerebbe, di fronte a questioni così complesse, “il bisogno umano e politico di auto-rassicurarsi: se non si è trovata una soluzione ad un problema razionalmente risolvibile, è solo per difetti soggettivi della popolazione, non per responsabilità più ampie che vanno ben al di là dei territori coinvolti”.

Se ci riflettiamo, si tratta dello stesso schema applicato in ogni settore e anche nella cronaca nera: è sempre “colpa di Napoli e dei Napoletani”, anche quando sono solo vittime. In pratica si tratta di ciò che capita al Sud dal 1860 e che dimostra, se ancora ce ne fosse bisogno, la necessità di conoscere il nostro passato per individuare quel filo rosso della continuità di certe scelte culturali e politiche, un filo da tagliare prima o poi. E sarà possibile tagliarlo solo conoscendolo e ri-conoscendolo: durante l’unificazione italiana le teorie lombrosiane sulla inferiorità dei meridionali furono utilizzate dai ceti dirigenti del Nord come del Sud per giustificare i massacri in corso della nostra gente (cfr. Colajanni e Gramsci sugli altri) così come le teorie sull'arretratezza  del Regno delle Due Sicilie furono inventate dagli storici ufficiali del Nord come del Sud per giustificare il fallimento e le proprie colpe di fronte ai problemi irrisolti e gravi del Mezzogiorno (Croce in testa, come ci ha rivelato l’ultimo sorprendente John Davis).

Sempre sullo stesso giornale tre illuminanti interventi di Gigi Di Fiore, da sempre attento alle tematiche relative alla (vera) storia dell’unificazione italiana. In due interviste al giornalista siciliano Pietrangelo Buttafuoco e a Bepi Covre, uno dei fondatori della Liga Veneta, entrambi gli intervistati sintetizzano nella mancanza di identità e di memoria storica cancellate dall'unificazione i punti deboli dei progetti “territorialisti” in Veneto, al Sud e nella stessa Scozia. Lo stesso Di Fiore confronta molto efficacemente in un altro articolo (“Regno unito nella diversità, ma da noi prevale l’ironia”) il quadro britannico e quello italiano: l’Inghilterra, referendum o meno, riconosce l’identità dell’Irlanda, del Galles e della Scozia nonostante i 307 anni dall'annessione a fronte dei 153 dell’annessione italiana. I sette secoli di autonomia meridionale (per non arrivare ai tanti secoli di autonomia culturale precedente, Magna Grecia inclusa) sono stati cancellati, allora, per Di Fiore, a favore di una nordificazione e di un azzeramento delle diversità storiche e non solo di quelle napoletane/duosiciliane.

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