sabato 7 novembre 2015

Masterplan per il Sud. Il nuovo bluff di Renzi

Alessio Postiglione

Masterplan per il Sud. L’ennesimo bluff di Renzi. Non c’è un giornale che oggi abbia fatto i conti al pippone del governo, ripubblicato pari pari dai principali quotidiani. Questo riguarda l’incapacità di molti colleghi di leggere i dati, ma andiamo avanti… il governo approva la programmazione con vari mesi di ritardo e la spaccia per un piano di interventi straordinario.

Non c’è nulla di straordinario, ma si parla di 95 miliardi che SPETTANO al Mezzogiorno (cifra molto più bassa delle risorse pubbliche stanziate per il resto del Paese) e si fa riferimento ad altre informazioni empiricamente non verificate. Come, ad esempio, il moltiplicatore speciale che dovrebbe innescarsi sui progetti del Piano Juncker: progetti che nessuno conosce e che generalmente saranno al Nord, dato che si tratta di investimenti che devono essere in grado di finanziarsi sul mercato e che, a nel profondo Sud, se non è lo stato a fare l’imprenditore, è difficile innescare processi di sviluppo.

Addirittura risibile è il riferimento agli investimenti di Eni, Enel, Finmeccanica e Fincantieri, dato che il governo, anche qui, parla di interventi “market oriented”. Si tratterà, dunque, di finanziamenti per trivellazioni, sfruttamenti off shore e on shore che il governo eufemisticamente definisce “chimica verde”. Si parla, lungamente, di gassificatori e pipeline, ma non si parla delle royalty che dovrebbero andare al Sud.

Alla fine il Masterplan si ridurrà all'utilizzazione di Cassa depositi e prestiti per finanziare la banda ultra larga attraverso una società veicolo privata, la Metroweb, che ovviamente cablerà Napoli e Bari, ma non il resto del Sud. Investimenti pubblici attraverso società private: una mostruosità di cui spero qualche giornale vorrà parlare.

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