giovedì 6 agosto 2015

Nico Pirozzi: Le "ecoballe" di Taverna del Re

Nico Pirozzi

Si chiama Taverna del Re: per secoli è stata una delle aree più fertili della Campania, come racconta lo stesso toponimo con il quale quest'angolo della provincia di Napoli continua ad essere conosciuto.

A inizio del nuovo millennio qualcuno decise di cambiarne il nome in Sisp, che non è un acronimo per indicare delle colture d'eccellenza, bensì quello di area di stoccaggio provvisorio di rifiuti imballati. In quindici anni, di rifiuti imballati (e anche non imballati) ne sono arrivati tanti: quattro milioni di tonnellate, o giù di lì. A rimuoverli nessuno ci ha mai provato, in barba a quel provvisorio, di cui - a distanza di tre lustri - appare difficile comprenderne il significato.


Così, quest'area grande quasi quanto duecento campi di calcio, che sorge a cavallo delle province di Napoli e Caserta, è diventato un immenso cimitero di fetide ecoballe, che dopo aver inferto un colpo mortale a una parte dell'economia campana hanno seminato morte (tumori e altre patologie letali) in una delle aree più densamente urbanizzate della regione.

Tutto ciò, con buona pace della camorra, che con i rifiuti continua a fare affari (basterebbe ricordare che per il solo affitto dei terreni che ospitano le ecoballe, lo scorso anno la Regione Campania ha messo in bilancio oltre 15 milioni di euro). Un cimitero dove i politici e gli amministratori che si sono succeduti alla guida della Campania farebbero bene a erigerci il loro monumento

Fonte: Il diario Facebook di Nico Pirozzi, 6 agosto 2015

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