Ricordare i quattro operai di Pietrarsa uccisi 150 anni fa: Luigi
Fabbricini, Aniello Marino, Domenico Del Grosso, Aniello Olivieri.
di Gigi Di Fiore
Non ho mai amato la retorica della ricorrenza. Ma i simboli
rappresentano ideali. Storie semplificate. E quale giorno, più del primo
maggio, riesce a conciliare senza fastidio retorica da celebrazione con
chiare simbologie dai mille significati?
Oggi più che mai, in periodo di crisi generale, diritto al lavoro,
disoccupazione, rivendicazioni e drammi sociali sono temi da primo
maggio.
Ma a me, con tre mesi d'anticipo, per il primo maggio piace ricordare un
episodio dimenticato, legato alle lotte per non perdere il lavoro nel
Sud. Fu 150 anni fa, tra San Giovanni a Teduccio, Portici e San Giorgio a
Cremano.
Sì, parlo dell'eccidio di Pietrarsa, parte del prezzo pagato dal
Mezzogiorno all'unità d'Italia. Simbolo di contraddizioni agli albori di
uno sviluppo diseguale. Quello che di buono aveva il Sud spesso fu
calpestato a favore di interessi nascenti, di mercato e di capitale,
concentrati in altre zone del nuovo Regno.
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